LE RAGIONI DEL TEST

Attualmente sul mercato in relazione alla ricerca della soluzione della problematica della messa in sella del corridore ciclista, vengono proposte diverse procedure che dovrebbero essere basate su regole universalmente riconosciute ed avallate dalla ricerca scientifica.
Bisogna ricordare che qualsiasi procedura per essere definita “metodo”, deve prevedere regole chiare e fondate, che al ripetersi delle condizioni di applicazione (nel nostro caso quelle fisico-dinamiche dell’atleta) in prove successive, deve sempre portare agli stessi risultati, ( nel nostro caso la stessa posizione dell’atleta). Considerati gli studi medico-tecnici facenti parte della letteratura, che indicano come posizionare le tacchette dei pedali, come determinare l’altezza della sella, es. Hamley & Thomas e Nordeen & Cavanagh , che la posizione del manubrio pur personalizzata deve essere realizzata tendendo alla configurazione ciclistica con il migliore coefficiente aerodinamico definita “Dalmonte standard” (posizione mantenuta da Francesco Moser al record dell’ora nel 1984 a Città del Messico), la "variabile ciclistica" dell’assetto restante da definire, indicata dalla letteratura legata alla statistica e quindi perfettibile, su cui si dovrebbero rilevare motivate differenze nelle varie metodologie sul mercato, è l’ARRETRAMENTO. Tra le varie proposte, l'unica tecnica avallata in letteratura attualmente in uso per determinare questo parametro prevede la verticalizzazione del ginocchio rispetto all’asse del pedale, in riferimento alla quale il ciclista viene posizionato su base statistica. Tra gli specialisti del campo è risaputo che questo metodo pur costituendo unico riferimento in letteratura è riduttivo dal punto di vista dinamico, in quanto la verticalizzazione del ginocchio considera la pura funzione meccanica dell’arto durante la spinta. Di fatto l’arretramento va correlato alla posizione del baricentro corporeo del soggetto, la cui posizione durante la pedalata, deve essere attuata in relazione all’azione di contrasto alla forza di spinta esercitata sul pedale, forza che altrimenti tenderebbe a spostare il corridore dalla sella. E’come conseguenza del movimento del baricentro corporeo che il ginocchio si va a posizionare e non a priori, altrimenti si spieghi perché lo stesso in pedalata seduta a bassa spinta tende ad essere arretrato, mentre fuori sella è ben oltre la verticalità. Gli studi che ho sviluppato su questo parametro ciclistico basati sulla dinamica del sistema uomo-bicicletta, mi hanno portato ad individuare vettori correlati alla posizione del baricentro corporeo, (misurabili strumentalmente) il cui rilevamento in specifiche condizioni permette di determinare il punto esatto dell’arretramento della sella che MASSIMIZZA il rendimento della spinta al pedale, annullando la dispersione di energia con conseguente miglioramento delle prestazioni personali. L’analisi su cui si basa questo mio metodo innovativo nell’individuare l’arretramento, costituisce un netto spartiacque rispetto agli attuali modi di operare su questo parametro, dimostra equazioni alla mano la netta correlazione tra forza muscolare, costituzione fisica del soggetto e arretramento, permettendo la determinazione di questo parametro lavorando solo sulla dinamica del sistema, rispettando tutte le altre regole che costituiscono la letteratura. L’idea di base del mio sistema, considera la posizione del baricentro corporeo rispetto al punto di spinta, evidenziando la unicità della posizione in bicicletta per ogni corridore. Entrando più nello specifico si dimostra analiticamente e poi strumentalmente, che due persone con le stesse misure antropometriche che assumono la stessa configurazione (altezza della sella, inclinazione del busto) con la stessa forza muscolare delle gambe, ma con diversa distribuzione di massa (es. spalle larghe e l’altro strette) hanno un diverso arretramento, così come due persone con le stesse misure antropometriche, con la stessa distribuzione di massa e con la stessa forza muscolare, ma che non assumono la stessa configurazione (stessa altezza sella, diversa inclinazione del busto) hanno sicuramente anch’esse un diverso arretramento. E’ sempre dalla dinamica del sistema che si evidenzia con chiarezza la seconda funzione del manubrio, non seconda però come importanza alla prima che è quella di guidare la bicicletta; seconda funzione che permette al corridore assieme alla aerodinamica e alla comodità, di lavorare sempre in condizioni di rendimento massimo della pedalata al variare della intensità della stessa. Il gesto naturale che il ciclista tende ad eseguire nella pedalata, la cosiddetta “pedalata rotonda”,è una conseguenza del giusto assetto, ed è essenzialmente legato alla non esistenza di “costrizioni dinamiche”, costrizioni che sono costituite dalla errata posizione di sella e manubrio..Le problematiche o tecnopatie legate al gesto della pedalata e la loro casistica sono ben conosciute nel campo specialistico, in tanti casi sono dovute al non rispetto di quelle che sono le regole basilari di biomeccanica legate al ciclismo, riguardanti angoli di lavoro degli arti, di posizione degli attacchi, cosi come sono conosciute le soluzioni ”primarie”da attuare. L’insorgenza di problemi fisici o la loro persistenza nonostante il rispetto di queste regole, evidenzia la sussistenza di problematiche sicuramente legate allo stato fisco del soggetto e come tali mediche. In generale quindi le discipline implicate nella attività ciclistica in fatto di posizionamento, vanno dalla biomeccanica descrittrice della attività muscolo-scheletrica a cui si affianca la parte medica, alla aerodinamica indicante la configurazione con il miglior coefficiente di penetrazione all’aria, alla dinamica data la presenza di forze. Con questa considerazione voglio fare notare la complementarietà delle diverse discipline descrittive del “sistema”, ma voglio soprattutto evidenziare la primaria importanza della dinamica legata al gesto rispetto alle altre, perché se rispettati i dettami fondamentali in fatto di biomeccanica non insorgono problemi fisici, sono le altre discipline (aerodinamica e dinamica) a determinarne il massimo rendimento in funzione della specialità, quindi il risultato sportivo.

Pubblicato da Emilio Buzzi 0 commenti

1 commento:

Unknown ha detto...

Carissimo Emilio il tuo test a mio avviso rimane uno dei piu sicuri e completi test di biomeccanicha perchè tiene conto del vettore spinta annullando l'inerzia provocata dalla forza d'uscita del pedale.
Il tutto abbinato alle regole tradizionali della messa in sella garantisce al corridore un ottima postura garantendo prestazione alte e bassa casistica infortunistica.

Cordiali saluti
Mattia